Ironia a parte, la respirazione è un elemento fondamentale durante l’allenamento. Prima ancora di apprendere la corretta esecuzione di un esercizio è necessario imparare a gestire il respiro. Sebbene sembri qualcosa di estremamente naturale rappresenta il più comune degli errori durante l’allenamento. E le conseguenze non sono certo da sottovalutare.

Chiariamo una volta per tutte: nella fase di massimo sforzo, che sia una contrazione, una negativa o in isometria… bisogna sempre, sempre, sempre ESPIRARE. Liberare il corpo, già sotto pressione, dal carico della pressione dovuta alla presenza d’ossigeno nei polmoni e nel diaframma.

Vediamo nel dettaglio cosa accade.

A seguito del lavoro fisico, il fabbisogno di ossigeno e dei substrati energetici subisce un marcato aumento. Per far fronte a questa richiesta, il muscolo cardiaco incrementa la frequenza di lavoro per assecondare un maggior afflusso ematico. Parliamo di un incremento fino a 13 volte superiore rispetto alle condizioni di riposo!

Inutile sottolineare che la diretta conseguenza di questo fenomeno è l’aumento della pressione sanguigna. Quando poi il lavoro muscolare viene sollecitato con l’introduzione di sovraccarichi, la compressione dei vasi risulta anche maggiore con conseguenze dirette sul cuore.

Non voglio certo sembrare tragico! Non è che dovete lasciare morire di fame il gatto per paura che lo sforzo di aprire una scatoletta vi faccia schioppare a terra secchi… è semplicemente un modo per dire che, durante l’allenamento la pressione sanguigna aumenta e, soprattutto per chi soffre di ipertensione, è importantissimo aumentare il carico sull’organo cardiaco.

Ma perché, tornando a capo, è così importante cercare di non trattenere mai il fiato sotto sforzo? Perché bisogna mantenere una respirazione costante?

Sotto sforzo, al fine di determinare una stabilizzazione del movimento, tutti abbiamo la naturale tendenza a chiudere la glottideA trattenere il fiato, in altre parole. Di risposta, il diaframma inizia a spingere verso l’alto, occludendo la vena cava inferiore, al di sotto del cuore. La forte compressione dei vasi venosi più grandi determinerà l’aumento delle resistenze periferiche e quindi maggiore sforzo a carico del ventricolo sinistro del cuore.

Questa azione che ( come avrete intuito… soprattutto tu che hai qualche problema di appuntamenti con il bagno… tu che hai scorte di Bifidus nel frigorifero e gli unici confetti di cui fai strage sono i Falqui…) comunemente compiamo tutti nei momenti di “bisogno”, viene definita manovra di Valsalva.

Dunque, per il bene della tua pressione, per scongiurare o non aggravare stati ipertensivi, qualunque tipo di sforzo stia compiendo:

Respira – respira – respira!

Ti parlerò, in seguito, di come respirare correttamente per liberarti dallo stress…

Riccardo. Il Tuo Personal Trainer.

 

2016-12-16T12:49:13+00:00